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Sono passate molte settimane dall’ultima partita disputata su un campo da calcio e tra le squadre che hanno risentito di più di questa situazione prima dello stop forzato, è stato il Villalba Ocres Moca. I tiburtini per colpa dei continui rinvii hanno disputato soltanto tre partite ufficiali: due di campionato e una di coppa. Parlare di calcio giocato appare una forzatura in questo periodo, quindi abbiamo parlato a 360° della situazione stop al calcio, della possibile ripartenza, del Villalba e del futuro, con il Direttore Generale Fabrizio Scrocca che gentilmente ha risposto alle nostre domande. Queste le sue parole in esclusiva per noi di Gol in Rete.

La situazione generale non è delle migliori e tutto questo sta influendo pesantemente anche sul calcio dilettantistico con i campionati fermi ormai da settimane. Qual è il suo pensiero a riguardo? “Sicuramente la situazione è molto pesante dal punto di vista generale, economico e sociale e questo si riflette nel calcio dilettantistico che ovviamente va a ruota di questi due aspetti preponderanti nella vita di tutti i nostri tesserati. La situazione è abbastanza preoccupante non tanto da un punto di vista prettamente sportivo, quanto proprio poi organizzativo di quello che sarà l’ipotetico proseguo della stagione. Quindi si, mi ritengo abbastanza preoccupato e abbastanza disorientato di fronte all’attività che potremo portare avanti da qui ai prossimi mesi dal punto di vista del calcio dilettantistico.”

Come la sta vivendo la società questa situazione di stop? “La nostra società sta continuando, per quanto possibile, a seguire gli allenamenti individuali su tutti i livelli. Stiamo coinvolgendo i ragazzi, dai più grandi ai più piccoli, ovviamente nel rispetto del protocollo che ci è stato dato per portare avanti le attività sia da un punto di vista condizionale per non far perdere la prestazione a quelli che sono i nostri atleti, sia da un punto di vista sociale per mantenerli aggregati facendogli vivere la squadra, lo spogliatoio e tutto. Quindi stiamo vivendo molto alla giornata perché ovviamente la situazione come dicevo prima è abbastanza preoccupante e non è molto chiara, ma più che da un punto di vista sportivo, da un punto di vista sociale ed economico. Poi in queste condizioni cerchiamo comunque di portare avanti anche l’attività sportiva.”

Alla ripresa come si presenterà tutto il movimento? “Sulla ripresa è molto difficile fare delle ipotesi al momento. E’ una domanda molto difficile questa, quello che posso immaginare è che siamo abbastanza lontani. Sicuramente mi aspetto un forte ridimensionamento rispetto a quello che già c’è stato questa estate, si continuerà su quella falsa riga, con tante realtà che molto probabilmente non si presenteranno ai nastri di partenza e tante difficoltà in più rispetto a quelle con cui di solito le società dilettantistiche devono confrontarsi.”

L’inizio di stagione per voi è stato molto travagliato sul piano dei risultati e delle pochissime partite disputate a causa dei molti rinvii, cosa è andato storto secondo lei per quanto riguarda i risultati? “L’inizio di stagione è difficile commentarlo, abbiamo disputato soltanto tre partite sulle sei in programma, abbiamo passato il turno di Coppa abbastanza agevolmente, poi secondo me c’è stata l’unica vera battuta a vuoto in casa della Boreale. Poi siamo stati un mese fermi e siamo tornati in campo contro l’UniPomezia in un clima surreale perché negli spogliatoi è arrivata la notizia del decreto che fermava tutti i campionati. Siamo andati i campo e abbiamo perso contro credo quella che sia la favorita per la vittoria del campionato. Ci siamo presentati lì anche con qualche defezione di troppo quindi non mi sento di giudicare l’inizio di stagione molto travagliato. Sicuramente non fa piacere stare a zero punti in classifica però ci sono tante situazioni da mettere sulla bilancia e delle valutazioni che comunque non ci fanno vedere tutto negativo, ma sicuramente ci fanno stare allerta, consapevoli che dobbiamo lavorare per recuperare terreno.”

Nei prossimi giorni cade il 68° anniversario del club, un club a cui voi siete molto legati. Cos’è per voi il Villalba? Cosa può promettere ai vostri calorosi tifosi per il futuro? “Il Villalba è una realtà storica del territorio, una realtà che da 68 anni è sempre stata a disposizione della comunità. Sicuramente è una società a conduzione famigliare dove qualsiasi tesserato che viene a giocare con noi, si può identificare da un punto di vista anche personale. E’ una società a misura d’uomo e a misura di ragazzo anche a livello di settore giovanile. Ai nostri tifosi e a tutta la comunità di Villalba, quello che posso promettere è quello di continuare nella nostra tradizione e rappresentare una piccola eccellenza per il nostro territorio. Un qualcosa in cui possano rappresentarsi e un qualcosa in cui possano andare fieri. Sicuramente abbiamo fatto bene negli ultimi anni, abbiamo portato con tanto orgoglio molta gente a Ladispoli nella finale di Coppa Italia l’anno scorso, in un turno infrasettimanale di mercoledì, quindi una giornata lavorativa, questo significa che stiamo seminando qualcosa e speriamo poi di continuare in questo modo per poter raccogliere qualcosa di più nei prossimi anni.”

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